Riporto di seguito l’intervista che Radio Venezia mi ha fatto su “Cos’ è il Counseling” andata in onda su Radio Venezia il 15 luglio 2017.

Il counselor ha le competenze professionali per fornire in modo adeguato l’”aiuto a sollevarsi” a chi sta vivendo un momento di disagio a causa di problemi generici come ad esempio prendere decisioni, difficoltà nel vivere buone relazioni interpersonali o a causa di problemi circoscritti ad alcuni contesti specifici come per esempio la famiglia, l’ambito lavorativo, l’ambito amicale e via di seguito. Il sostantivo counseling, da cui viene counselor, è una parola inglese di origine latina: cumsolo-ere. Cum: “con”; “insieme” e solere: “alzare”; “sollevare”. Tradotto in italiano: “consolare”, “venire in aiuto”. Ci si rivolge al counselor per essere sostenuti nell’esplorazione di sé stessi, nel prendere consapevolezza di cosa si sta vivendo e quali tendenze non facilitano i nostri processi evolutivi. Il counselor sostiene i nostri punti di forza e invitandoci al profondo ascolto di noi stessi ci guida verso il riconoscimento delle nostre risorse personali e di come possiamo metterle in campo per superare, affidandoci a noi stessi, gli stati di crisi. Il counselor ci conduce, ma ci “alziamo in piedi da soli”. L’attività di counselor si differenzia in modo sostanziale da quella di psicoterapeuta, sia per quanto concerne il metodo utilizzato nella relazione di aiuto, sia perché esclude la patologia come settore di intervento. Per evidenziare con un piccolo esempio la differenza metodologica tra counseling e psicoterapia, si consideri il fatto che nel counseling non si parla di rapporto tra medico e paziente, ma di rapporto tra counselor (helper) e cliente (helped). Il cliente non é sostenuto per superare una “sofferenza psicologica”, ma per riconoscere le capacità che già possiede, per conseguire gli obiettivi che desidera, coi modi e i tempi che gli sono congeniali.

Brevi cenni storici.

Il counseling nasce negli Stati Uniti nei primi anni del novecento, quando alcuni operatori sociali adottarono il termine per definire l’attività di orientamento professionale rivolta ai soldati che rientravano dalla guerra e che necessitavano di aiuto nella collocazione professionale. Negli anni ’50 l’attività di counseling si espande ad altri settori e nascono le prime associazioni e diviene una professione riconosciuta a tutti gli effetti che nel giro di poco si diffonde in tutta Europa. In Italia è un’attività ancora poco conosciuta, si rintracciano attività affini nella storia dell’assistenza sociale intorno agli anni venti, ma il termine counselor inizia ad essere usato a partire dagli anni ’90. La maggior parte delle critiche ai counselors sono rivolte soprattutto da una parte di psicologi di categoria timorosi, in particolare, della sovrapposizione di competenze. Al contempo un’altra consistente parte è rappresentata da psicologi di categoria e associazioni che operano nell’ambito psico-sociale che invece hanno avanzato numerose proposte al fine di regolamentare a tutti gli effetti questa professione.